di Massimo Tinti

Canto di un popolo, sentenza inappellabile pronunciata nei confronti della città e di un luogo preciso: Salicotto. Ripurgato due volte in tre anni.

L’OCA sa fare il palio. L'OCA è la Contrada dal carattere indomito e volitivo, nella cui immagine - per un giorno - la città si specchia ancora una volta.

Si vince in tanti modi, Fontebranda lo fa comandando, semplicemente, da secoli.

Si guardi alla storia del Palio, sta scritto tutto lì, verde su bianco. Il 3 luglio - sul Campo - l’OCA non ha solo vinto, ma ha spazzato via tutto e tutti.

Con un cavallo debuttante e il fantino in attività più vincente. Un palio dominato dal primo all’ultimo metro, mai in discussione, come nel ‘69, nel ‘77,  nell’85 e nel ’99.

L’ennesima lezione, su come si vince il Palio impartita dall'interprete del momento per eccellenza, l'indiscusso numero uno: quel Giovanni Atzeni detto Tittia che si è detto orgoglioso di aver vinto per la quarta volta nell'OCA. Grazie ad una stalla capace di rendere fortissimo in pochi giorni, Diodoro, un cavallo esordiente, trasformandone i difettucci veniali in risorse.

E tanti saluti ai bomboloni, agli illusori salti del 29 giugno.

L’OCA, a causa del COVID e di una squalifica pesante è stata allontanata dal Palio per quattro lunghissimi anni, ha ingoiato tutto senza lamentarsi, certa che la Storia le avrebbe reso giustizia ricollocandola al posto di protagonista della Festa. E così è stato, con due vittorie in quattro carriere corse.

E tutti lo sanno – parafrasando un’altra strofa di quel canto – lo sanno molto bene, che quel Paperone verde bianco e rosso, continuerà a volare alto nel cielo di Siena, per sempre.

INSERTO DEDICATO ALLA VITTORIA RIPORTATA SUL CAMPO DALLA NOBILE CONTRADA DELL'OCA IL 3 LUGLIO 2025