Canto di un popolo, sentenza
inappellabile pronunciata nei confronti della città e di un luogo
preciso: Salicotto. Ripurgato due volte in tre anni.
Con un cavallo debuttante e il fantino in attività più vincente. Un palio dominato dal primo all’ultimo metro, mai in discussione, come nel ‘69, nel ‘77, nell’85 e nel ’99. L’ennesima lezione, su come si vince il Palio impartita dall'interprete del momento per eccellenza, l'indiscusso numero uno: quel Giovanni Atzeni detto Tittia che si è detto orgoglioso di aver vinto per la quarta volta nell'OCA. Grazie ad una stalla capace di rendere fortissimo in pochi giorni, Diodoro, un cavallo esordiente, trasformandone i difettucci veniali in risorse. E tanti saluti ai bomboloni, agli illusori salti del 29 giugno. L’OCA, a causa del COVID e di una squalifica pesante è stata allontanata dal Palio per quattro lunghissimi anni, ha ingoiato tutto senza lamentarsi, certa che la Storia le avrebbe reso giustizia ricollocandola al posto di protagonista della Festa. E così è stato, con due vittorie in quattro carriere corse. E tutti lo sanno – parafrasando un’altra strofa di quel canto – lo sanno molto bene, che quel Paperone verde bianco e rosso, continuerà a volare alto nel cielo di Siena, per sempre.
INSERTO DEDICATO ALLA VITTORIA RIPORTATA SUL CAMPO DALLA NOBILE CONTRADA DELL'OCA IL 3 LUGLIO 2025 |