Ora basta
per davvero !!!
Non doveva succedere, ma è successo. Il cavallo della GIRAFFA Raol è
deceduto dopo la frattura dell’arto anteriore destro. Dispiacere
immenso per la città e per il popolo della Giraffa.
Ora però Siena si ritrova a stringersi intorno alla sua Festa perché è in
atto il solito ignobile attacco, che si rinnova automaticamente al
verificarsi di una disgrazia. Un attacco condotto in maniera
sistematica, cieca, al quale non deve essere più risposto tramite i
consueti mezzi d’informazione, ma nelle sedi opportune.
Bene ha fatto ieri il Sindaco De Mossi a mettere i puntini sulle i.
Cito: << Si fanno pubblicità, questo non è carosello. Non sanno
niente della nostra cultura, delle nostre tradizioni, della nostra
storia.. Non sanno niente del Palio, di quello che facciamo noi per
i cavalli: siamo leader mondiali nella loro tutela. Ora, signori
miei, basta!>> Continua poi: <<I cavalli sono fatti per correre….Non
abbiamo niente da rimproverarci, non dobbiamo scusarci>>
Ci sarà un’indagine, verranno individuate eventuali responsabilità.
Ma gli animalisti se ne facciano una ragione, una volta per tutte,
il Palio non si fermerà mai. Esiste da sempre e continuerà ad
esistere. Questo non vuol dire che non potrà essere ulteriormente
migliorato il protocollo equino e reso ancora più sicuro, con la
scelta di cavalli maggiormente esperti ed adatti alla Piazza.
Arrivati a questo punto però, continuare a far finta di non capire
l’importanza della Festa per Siena ed alzare il volume – da parte
dei soliti individui alla ricerca di facile consenso - per far cassa
di risonanza su un’opinione pubblica che si ricorda della Festa
senese soltanto perché viene inserita nel palinsesto televisivo
della rete nazionale, dovrebbe, a mio giudizio, indurre
l’Amministrazione Comunale di Siena ed il Consorzio per la Tutela
del Palio ad adottare l’unico provvedimento possibile. Smettere di
concedere alla RAI i diritti per la trasmissione in chiaro del Palio
di Siena.
Mi si dirà che oggi il web rappresenta un veicolo ancora più
immediato della televisione, ma intanto si cominci da questo, che
non è poco.
Chi vuole capire il Palio, venga a Siena a vivere il Palio. Non lo
faccia solo per due ore all’anno attraverso la televisione, fra la
formula Uno e l’ennesima serie televisiva politically correct.
Chi paragona il Palio alla Corrida – con tutto il rispetto per la
Corrida beninteso, parla per sentito dire e non sa di cosa sta
parlando. La tanto invocata civiltà da parte dei detrattori della
Festa, passa anche attraverso un corretto uso dell’informazione ed
il rispetto di una città e delle sue antichissime tradizioni.
Siena non deve giustificarsi con nessuno perché il Palio è già da
tempo candidato ad essere nominato “Patrimonio Mondiale” UNESCO ed è
proprio di questi giorni l’intervista a Claudio Ricci, già sindaco
di Assisi e presidente onorario dei Siti Italiani Patrimonio
Mondiale UNESCO, nella quale rilancia fortemente questa
candidatura. Ecco un estratto di quell’intervista:<<L’antropologico
legame fra Siena e il Palio, la sacralità dei gesti e dei segni, la
socialità diffusa di un rito, identità per il luogo, il cui senso di
appartenenza alla terra senese viene sigillato, sin dal battesimo
dei bambini, nelle Contrade. La fonte di vita che si armonizza con i
profumi e colori del Palio. Valori pienamente affini a quanto chiede
l’UNESCO per la dichiarazione a Patrimonio dell’Umanità. Le immagini
dell’Italia sono spesso rappresentare da quelle del Palio attraverso
la grandiosità del corteo, custodia del Carroccio e del Cencio
(opera d’arte che incorona la vittoria), quel silenzio cosmico,
durante la chiamata ai canapi per la partenza, che “esplode” nella
corsa e, dopo, si conclude con le lacrime di gioia, oltre lo spazio
e il tempo, per una festa che fabbrica per noi un ricordo
indelebile. Il tempo tra due Pali non esiste. Esiste, anche nelle
sconfitte, solo e soltanto la speranza non per la gloria fisica ma
per l’onore di essere un unico “cuore senese” e italiano. Non sono
nato e non vivo a Siena ma è una di quelle poche città, del mondo,
ove “si arriva sempre per la prima volta e da cui non si parte mai”
anche quando il viaggio di ritorno comincia. Dopo le immagini del
Palio rimane in noi il senso di aver “ricolmato di vita la vita”>>
Quello che da non senese, ma appassionato di Palio, mi sento di dire
a tutti coloro che lo denigrano senza essere mai stati a Siena nei
giorni della Festa, è: <<Aprite veramente gli occhi ed il cuore se
volete capire il palio, una metafora della vita, quasi mai bella e
perfetta come la vorremmo. Solo così potrete coglierne la vera
essenza e finirete per vederlo in una luce completamente diversa. Se
invece non volete capirlo allora occupatevi di altro e lasciate stare Siena
e la sua Festa>>.
Massimo Tinti, 24
ottobre 2018
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