Nel 1788 fu emanato un editto  per contenere gli eccessi e dare allo spettacolo una linea più corretta e più propria, tipica di una festa tradizionale consegnata alla storia. Fin dall'inizio del Palio era consuetudine che i fantini dovessero presentarsi al canape nello stesso ordine dell'assegnazione dei cavalli alle Contrade. E siccome questa assegnazione avveniva quattro giorni prima del Palio, c'era tutto il tempo di stringere accordi fra Contrade e fantini. L'editto stabilì che da quel momento sarebbe stata l'Autorità Comunale ad effettuare un sorteggio segreto pochi istanti prima che i fantini si recassero alla mossa. Il nuovo provvedimento, oltre a scontentare i fantini, non trovò d'accordo neppure le Contrade che obiettarono il poco genuino svolgimento dell'estrazione dal momento che ne venivano tenute all'oscuro. L'anno successivo si decise che l'estrazione non dovesse effettuarsi in Piazza al momento della corsa, ma la mattina del Palio nella Cancelleria del Magistrato Comunitativo e che fosse resa nota ai Giudici della Mossa, al Tenente di Piazza per la chiamata al canape ed infine ai Capitani solo al momento dell'ingresso in piazza delle Comparse. Vista con i tempi di oggi ci sarebbe stato sempre tutto il tempo per stipulare i partiti, ma un passo avanti notevole era stato fatto.

Scontro fra fantini nel '700I fantini del tempo, nonostante i carri allegorici fossero improntati ai principi illuministici di Scienza, Giustizia, Ragione ecc ecc, apparivano poco in sintonia con quegli ideali. Le Contrade temevano già i cosiddetti "monti" o cosche segrete tra fantini con lo scopo di manipolare l'esito delle carriere e dividere i guadagni, ufficiali o meno che fossero. Tra i membri di questi "monti" il sentimento del gareggiare non si traduceva in quello spirito di lealtà tipico delle Olimpiadi, ma in zuffe e furiose colluttazioni alla mossa o anche durante la carriera. Fortunatamente per loro, dal 1715 era stato abolito l'uso della frusta di cuoio, il tanto temuto "sovatto", sostituita dal "nerbo" ossia un tendine di bue allungato ed indurito che è in vigore tutt'oggi. Ma chi erano questi campioni? Ne citiamo due su tutti, Isidoro Bianchini detto DORINO con 13 successi dal 1782 al 1794 e l'ancora insuperabile Mattio Mancini detto BASTIANCINO con 15 successi dal 1759 al 1780. Il secolo si concluse con l'occupazione francese e l'invasione di Siena da parte delle squadracce aretine reazionarie al grido di Viva Maria. La popolazione e la Città, turbate ogni volta da nuovi eventi drammatici avrebbero trovato sempre rifugio nell'unico segno che le distingueva: il Palio.

FONTI BIBLIOGRAFICHE:
PALIO: I COLORI DI SIENA - 1998 COMUNE DI SIENA "Un Comune, una Festa e una Città" di A. Falassi
LE CONTRADE DI SIENA E LE LORO FESTE - IL PALIO ATTUALE - 1972 Edizioni PERICCIOLI dalle dispense pubblicate nel periodo 1929-1937 da V. Grassi

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