Una strana serie di fortunati eventi

E' giunto il momento di scrivere la parola fine a questa lunghissima annata per l’OCA. Dalle speranze di luglio, passando per il turismo di agosto al primo S.Martino di ottobre.

Molto si è scritto sul lavoro dell’attuale amministrazione comunale, che sotto certi aspetti ha portato una ventata di novità anche nella giustizia paliesca. Tuttavia i nostri avversari, mi duole dover rimarcare che, in un modo o nell’altro anche nel 2018 - nonostante il giro di vite rispetto alle annate precedenti – la faranno franca per l’ennesima “strana serie” di fortunati eventi ed eviteranno la squalifica, come già accaduto nelle annate 2015 e 2017.

Se alcune cose finalmente stanno cambiando, basti pensare alla seria intenzione di aggiornare il Regolamento del Palio, altre per ora, vanno avanti senza soluzione di continuità. Nessuno dei preposti sul tufo vede cose evidenti ad almeno un centinaio di metri di distanza. E questo nell’era dell’immagine e della condivisione globale è veramente inspiegabile. Le regole, anziché essere applicate, vengono interpretate ogniqualvolta in maniera diversa. Mi viene da pensare agli oroscopi del giorno dopo.

Stando alle richieste sanzionatorie, se si commina soltanto una censura per aver tirato giù da cavallo, con un braccio, una Contrada in corsa, allora forse occorrerebbe modificare gli art.67 e 101, in modo da allargare il raggio delle opportunità che una Contrada ha a disposizione per fermare l’avversaria, senza incorrere in nessun danno immediato.

Nella fattispecie di quanto accaduto, sembra che neanche le conseguenze – lo Zedde privo di sensi a terra coi i cavalli al galoppo sopra di lui - che sarebbero potute scaturire da un gesto se non premeditato certo perseguito hanno indotto gli addetti ai lavori ad una maggiore severità di giudizio.

Ma così è, e l’OCA – a mio giudizio – fa bene a prendere e portare a casa. Tanto non è con esposti o lamentele che otterrà rispetto e giustizia. Il giudice inappellabile resta il Campo.

Il rispetto delle regole, che in una comunità è fondamentale, nel Palio evidentemente continua ad avere delle eccezioni. L’OCA per tradizione non fa drammi, non si piange addosso. Ingoia e mette da parte. La Piazza è il terreno sul quale sa sempre rispondere come si deve.

Auguri Infamona mia, sono sicuro che tornerai a volare presto.

Massimo Tinti, 20 dicembre 2018

Le regole "alla maniera della TORRE"

Il Palio di Gingillo e Sorighittu è finito al I San Martino. Si sa, fa parte del gioco del Palio, l'avversaria, se ha un cavallo peggiore del tuo, deve fare quasi l'impossibile per farti perdere. Ma vediamo cosa dice l'art.67 del Regolamento del Palio di Siena:

E' vietato ai Fantini, tanto alla mossa, quanto nel percorso, tenersi tra loro, sporgere la spalla o il braccio l'uno sul petto dell'altro per costituirgli impedimento, percuotersi o comunque personalmente molestarsi.
Soltanto per il Palio è ammesso l'uso del tradizionale nerbo (tendine di bue) nel modo disposto al successivo Art. 84.
I contravventori sono passibili delle penalità previste nell'ultimo comma dell'Art. 64.

Ierisera, nel dopo palio, ai microfoni di Canale 3 - nota emittente senese -, il Capitano della Contrada della Torre, Paolo Capelli ha detto che il comportamento del suo fantino in corsa, Giosué Carboni detto Carburo, era rimasto nelle regole del Palio.

Ecco allora, due immagini inequivocabili che non lasciano dubbi, su quanto "regolare" sia stato il comportamento del signor Giosué Carboni detto Carburo con il giubbetto della Contrada della Torre.

Come si dice, un'immagine - qui tre -, vale più di mille parole. Nell'ultima Walter Pusceddu detto Bighino (LUPA)  cerca di soccorrere l'esanime Giuseppe Zedde detto Gingillo (OCA), mentre Giosué Carboni detto Carburo (TORRE) si allontana velocemente.

Per fortuna, Giuseppe è fuori pericolo e se la caverà, ma la paura è stata tanta.

Forse adesso sarebbe opportuno fermarsi un attimo a riflettere e chiedersi se le Regole, quelle vere e non quelle interpretate a proprio piacimento, nel 2018 siano ancora efficaci.
Per quanto mi riguarda e questa è una mia personale valutazione, non vedo nessuna differenza fra il comportamento di Carburo oggi e quello di Veleno nel palio del 2 luglio 2015. Evidentemente qualcuno non ha capito ancora bene che il Palio non è il Calcio Storico Fiorentino.

Un "Topolino" per Gingillo

Sorighittu in dialetto sardo significa topolino. Così il 7 anni castrone baio arriva in Fontebranda. Il cavallo è molto bello e ben strutturato. Però per giudicare l'attitudine alla Piazza, occorre ancora un po' di tempo. La scelta di capitan Bernardini per la monta è caduta sul fresco vincitore di agosto, Giuseppe Zedde detto Gingillo, che ritorna nell'OCA dopo due anni dalla bella, ma sfortunata prova su Porto Alabe.
La sensazione è che ai nostri avversari sia andata un po' peggio con l'esordiente Tonina, ma in un palio indecifrabile come questo, è meglio non dare troppo retta alle sensazioni.

Un Palio che sa di...caldarroste

La Tratta il 17 di ottobre, che strano. Stare in Piazza col golf sulle spalle e non avere il fastidio del sole che ti stempia, scendere per Santa Caterina dopo la prova con le luci dei braccialetti già accese eppure è solo ora di merenda. E sullo sfondo, i colori autunnali ancor più accesi dal ricordo di un'estate che ancora insiste in qualche ora del giorno.

Chissà che palio sarà? Che cavallo ci toccherà? Chi verrà a montarlo?
Quando ti fai queste domande, di solito sorseggi una birra ghiacciata, hai il sudore sotto la maglietta e per provare un po' di sollievo ti bagni il viso nelle Fonti.
Questa volta invece senti il profumo delle caldarroste, non disdegni un bicchiere di vino a temperatura ambiente e se arriva un colpo di vento, ti tiri su il bavero.

E le prove alle cinque del pomeriggio, il palio così presto, due ore in meno da patire nell'attesa, due ore in più per la gioia di chi vince e la rabbia di chi si purga.

La Festa sta per ricominciare...è ora di smettere di sopravvivere.

Massimo Tinti, 16 ottobre 2018

E' uscito il PAPERONE !!!

Nella Siena del terzo millennio, il palio in più è diventato una cosa rara. Diciotto anni sono trascorsi dall'ultima carriera effettuata fuori dalle ricorrenze istituzionali del 2 luglio e del 16 agosto.
Il Paperone l'ultimo straordinario lo corse il 13 settembre del 1986 - per il Centenario della Istituzione Civica della Comunità Senese -, una carriera senza infamia e senza lode, nonostante il fortissimo Benito avuto in sorte, con addosso ancora la sbornia per i palii vinti nei due anni  precedenti. Erano gli anni di Baiardo, Brandano, Vipera, Figaro. Quasi una vita fa, riaffiorano alla mente parole come: Gorbaciov, Chernobyl, le immagini di Maradona campione del mondo in Messico.

Il Palio, si sa, ha un tempo tutto suo e non finisce mai di sorprenderti. Ma una carriera nella seconda metà di ottobre non me la sarei mai aspettata. Eppure la volontà di dieci popoli ha dato vita a questo evento eccezionale, un po' rischioso, tanto emozionante quanto nuovo. Poi però, la "perfida" sorte ha pensato bene di voltare le spalle alla metà di quei popoli, per favorire invece parte di quelli che avevano detto no.


Il popolo del Paperone alla Costarella

Domenica scorsa, tutta Siena fremeva con gli occhi incollati alle trifore del primo piano di Palazzo Pubblico. Dalla Costarella al Chiasso Largo, dal Casato a Fonte Gaia. Migliaia di persone pigiate in Piazza col cuore in gola, nell'ennesimo giorno di sole di questo settembre, bramando l'uscita della desiderata bandiera.

Ecco la TORRE - ahinoi -, poi la LUPA, quindi la CHIOCCIOLA. E prima che la paura di non uscire potesse trasformarsi in angoscia spunta un bocciolo biancorossoverde. E' uscito il Paperone. L'OCA correrà il palio straordinario.

E allora, nella gioia dell'attimo, senti che questi giorni che ti separano dal palio, saranno un po' speciali, come un dono inaspettato. Poi lo stupore, diverrà attesa e quindi speranza, desiderio, paura, forse rabbia o giubilo.

Siena, ancora una volta, trionfa immortale.

Massimo Tinti, 2 ottobre 2018