U
n buon bicchiere di vino

Il webmaster Massimo TintiAdesso che la febbre sta scendendo e piano piano rientro in me, comincio veramente a gustarmi questo Palio. C’è tutto il tempo perché ad agosto non si corre ed il bicchiere è stato appena riempito di ottimo vino, annata ’96. L’ho aperto alcune ore fa e non ha perso il suo profumo, anzi si lega perfettamente a questi colori del drappellone di Grazi e ne esalta le intime doti. La vittoria va gustata fino in fondo, senza fretta, ma senza nemmeno esagerare. Non deve essere una sbornia, perché chi è abituato a bere del buon vino non si ubriaca quasi mai, sa controllarsi. Così non sarà necessario festeggiare all’infinito, come qualcuno ha provato a fare un paio di anni fa, perché "del doman non v’è certezza". E’ questo il bello di essere uomini, di cogliere i frutti maturi, di bersi un buon bicchiere ogni tanto. E l’Oca è quell’ogni tanto che c’è sempre e che se non c’è manca qualcosa. L’Oca non ha semplicemente vinto, ma stravinto. Basta guardare quello che è successo dopo le 20,09 del 2 luglio scorso in molte Contrade. A partire proprio dalla nostra avversaria. Che scelleratezza quello spiegare le bandiere al NICCHIO, brindando alla nostra purga, per poi velocemente riavvolgerle e tendere l’orecchio al silenzio assordante che ineluttabile scendeva su Salicotto. E dopo pochi giorni, nella rossa Contrada non uscita a sorte, ha cominciato a fare freddo e son scesi anche dei fiocchi di neve… Buon inverno cari straripurgati.
Voglio inoltre pensare che il Palio sia tornato nelle mani delle Contrade e non soltanto in quelle di un fantino, seppure bravissimo e ben lontano dall’aver posato lo scettro. I Ricceri e i Mari dello scorso anno evidentemente non sono stati una meteora. A luglio è stata la volta dell’Atzeni, ad agosto si vedrà. Sta finalmente accadendo quello che aveva preconizzato Andrea Degortes detto ACETO, ossia i ragazzi sono cresciuti ed hanno assaggiato la vittoria. Chi li fermerà più? Mi dispiace non aver potuto vedere all’opera un campione ritrovato quale Luca Minisini su un cavallo che aspetto da tre anni, quello sfortunato Brento che finora non ha mai trovato una monta degna di lui. Chissà che ad agosto…
Un pensiero va a tutti i miei compagni extramoenia che ogni anno bruciano settimane di ferie, ore di viaggio, disturbi di stomaco e di pressione, litigi con i propri cari per questa esaltante pazzia che è il Palio e per l’incondizionato amore che nutrono nei confronti della loro Contrada, quale essa sia.
Brindo a voi tutti.
Mentre scrivo queste righe ho accanto il mio tesorino di tre mesi che scalpita alla vita, che avevo in braccio al momento dell’estrazione il 27 maggio ed al quale ho chiesto di “portarmi” il cavallo vincente per la tratta. <<Margherita ha scelto quello bianco>> - commentò subito mia moglie vedendomi perplesso, <<vedrai che ti fa una sorpresa>>. Ho voluto sperare che fosse così, anche se non ci credevo molto, ma come potevo dubitare di un angiolino?
Il vino colora ancora il fondo del bicchiere e la mia finestra su Fontebranda è investita dal riverbero del sole, l’estate sembra ancora lunga, eppure mi manca già qualcosa. Che volete farci, so’ dell’Oca, mi abituo troppo presto alla vittoria.

MASSIMO TINTI (9 PALII VINTI) 16.07.2007