
di Gaia Del Vecchio

Finalmente è arrivata la fine di maggio. È l’ultima domenica del
mese e gira il Drago.
Il sole è ancora tiepido e in un Autogrill sulla Siena-Grosseto un
iPhone trasmette la diretta di Siena Tv. Finalmente sapremo il
nostro destino: se correremo o meno il Palio di luglio! Le chiarine
suonano e nel giro di pochi secondi le bandiere appaiono fuori dal
Palazzo Pubblico.
La Torre ha estratto la Lupa, la Tartuca ha estratto l'Oca, l'Oca ha
estratto il Bruco, la Chiocciola ha estratto il Valdimontone e la
Lupa ha estratto la Pantera. Le contrade uscite sventolano su Piazza
del Campo, e i contradaioli dell’Oca urlano e cantano felici.
In Fontebranda si canta sempre e quest’anno più che mai, consci del
fatto di doverci riscattare da un 2024 che ci ha lasciato con
l’amaro in bocca.
Ancora qualche settimana e conosceremo i nomi dei cavalli che hanno
passato la tratta.
Il 29 giugno arriva, e come un’apparizione mistica Diodoro viene
assegnato al Paperone. Ma ve lo immaginate come si è sentita la
contrada quando ha sentito questo nome? Diodoro, una divinità dorata
che volerà sul tufo e ci farà sognare. Dopo qualche ora un’altra
notizia ci dà un colpo al cuore: Tittia torna in Fontebranda.
Il futuro è radioso, il futuro è d’oro, il futuro è Diodoro!

I giorni del Palio sono sempre speciali, mi piace dire che sono “i
più belli dell’anno”. Si mangia tutti insieme, si beve qualcosa e si
aspetta.
Una mia amica l’altro giorno mi ha chiesto:”come descriveresti il
Palio con una parola?”, avrei potuto dire “vita”, ma mi sembrava
troppo scontata, ho allora preferito un altro termine, “attesa”.
Il Palio è un’attesa continua: è l’attesa che vengano estratte le
contrade, che venga fine giugno, è l’attesa della tratta, dei
cavalli, dei fantini…è l’attesa di sapere come andrà a finire.
Il 2 luglio sono
con il mio compagno in Diacceto, una via di Siena molto stretta e
trafficata vicino al Battistero. Lì c’è un bar che il 2 di luglio
mette fuori due piccole televisioni. Noi il Palio non lo guardiamo
mai in Piazza perché non reggiamo il caldo (e soprattutto perché le
nostre pause bagno sono molto frequenti). La prima cosa che mi venne
detta la prima volta che vidi il Palio il 16 agosto 2023 (ora capite
perchè sono dell’Oca?), fu “se si vince, ma non si vince, da qui in
20 secondi si arriva in Piazza del Campo e siamo in mezzo ai
festeggiamenti.
Sono le 19:30 e i cavalli escono dall’entrone. Tittia è bello, anzi
forse è addirittura riduttivo come aggettivo. Tittia è un Dio, un
Dio verde bianco e rosso che cavalca Diodoro, un cavallo snello e
asciutto con lo sguardo dolce e il sangue mezzo inglese e mezzo
arabo. Ha l’eleganza tipica britannica e la forza degli arabi che
corrono sul deserto.

Arriva la mossa: i
cavalli si mettono in posizione. Non siamo di rincorsa e tiriamo un
respiro di sollievo, ma non siamo neanche i primi. Mentre i nostri
occhi sono incollati alla televisione i turisti passano nel mezzo
disturbando quegli attimi sospesi. Volano bestemmie e parolacce. C’è
chi prova a litigare ma viene immediatamente allontanato. Alla mossa
la Tartuca dà noia al Drago che non è mai in posizione. La
Chiocciola gongola con Carburo su Tale e Quale, sembra che debba
finalmente vincere dopo 26 anni.
Diacceto è silenzioso.Il Mossiere butta giù il canape. La mossa è
valida, Tittia parte primo.
“Non ci casco questa volta” mi dico mentre mi giro verso il muro.
Sono già rimasta delusa a luglio 2024 e so che in qualche modo ci
supereranno. Non voglio vedere, mi rifiuto!

Passa ai materassi,
la Selva è dietro di noi. Prova a superarci ma non ce la fa. Secondo
casato, ancora primi. C’è chi urla, chi piange. Terzo casato, ancora
primi!

Ci sono ben 4
cavalli scossi, tra cui Tale e Quale. Più che una corsa sembra una
prateria.
Mancano gli ultimi metri, Tittia si impunta, Diodoro prende il volo
come Pegaso e…è OCA!
Ha vinto l’Oca!
 
INSERTO DEDICATO ALLA VITTORIA
RIPORTATA SUL CAMPO DALLA NOBILE CONTRADA DELL'OCA IL 3 LUGLIO 2025
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